Chiesa di San Faustino in riposo a Brescia

In pieno centro storico della Brixia romana, nei pressi di piazza Loggia, nascosta tra le bugne di costruzione medievale, la piccola chiesa di San Faustino in riposo – nota anche come chiesa di Santa Rita – sorge in fondo al vicoletto dietro torre Bruciata, all’inizio di Via musei, dove anticamente si trovava uno degli ingressi.
L’ingresso attuale è nel vicolo sotto il varco di porta Bruciata.

Incastonata fra le case medievali, porta Bruciata e le mura trecentesche, la chiesa rimane nascosta agli occhi dei passanti ma vi assicuro che, appena si svolta l’angolo, la visione di questo incantevole gioiello lascia chiunque senza fiato.

Chiesa San Faustino in riposo
La chiesa vista dal viccolo dietro Porta Brucciata

L’edificio a forma circolare in pietra, ha come peculiarità la copertura a tronco di cono in cotto con celletta campanaria, a sua volta coronata da un tetto conico dove, nella cella, si aprono quattro bifore con archi a tutto sesto. Questo particolare tetto, che tanto ricorda i trulli pugliesi, è estremamente raro nel nord Italia, essendo presente soltanto a Trentino Alto Adige.

Cella campanaria

La base cilindrica della Chiesa di San Faustino in riposo, è stata realizzata con marmi locali: la pietra di Botticino e di medolo, ricavata rispettivamente dalle colline circostanti Brescia e dal Colle Cidneo. La decorazione a dentelli e archetti sono in cotto.

Chiude la sommità a tamburo una croce in rame che porta ancora i fori delle mitragliatrici dell’ultima grande guerra.

retro chiesa di San faustino in riposo
Rara foto del retro del tetto della chiesa, per la quale ringrazio la gentilezza del signore che mi ha permesso di salire a casa sua per poterla scattare

La cappella originaria risalente al secolo VIII-IX secolo venne distrutta da un incendio nel sec XII, e successivamente ricostruita divenendo l’attuale santuario, a sua volta completamente rifatto nel corso del Sette e Ottocento

Chiesa San Faustino in riposo gioielli di Brescia

La denominazione di chiesa di San Faustino in riposo, è dovuta al fatto che in questo luogo, secondo la leggenda, avrebbero sostato temporaneamente i corpi dei santi Faustino e Giovita durante la loro traslazione dal cimitero della Chiesa di San Faustino ad Sanguinem (oggi Sant’Angela Merici), costruita sul luogo dove vennero martirizzati e sepolti, alla chiesa di San Faustino Maggiore.

Qui i corpi dei due santi avrebbero trasudato sangue, convincendo l’incredulo duca Namo di Baviera alla conversione. Dopo questo evento, i duca donò all’abate di San Faustino la reliquia della Vera Croce, oggi conservata nel Duomo vecchio come parte del Tesoro delle Sante Croci.

Ingressso della chiesa

La chiesa è un punto di riferimento religioso importante in città. La sua dedicazione è spesso confusa con Santa Rita: all’interno infatti è conservato un dipinto della santa delle cause impossibili, a cui quotidianamente vengono fatte richieste di aiuto e portati doni. Spesso gli studenti universitari passano da Santa Rita per raccomandarsi sul buon esito di un esame.

interno della chiesa di San Faustino in riposo

San Faustino il riposo è stata restaurata nel 2010. Problemi di umidità e la delicata posizione avevano permesso a erbacce infestanti, muffe, tarli e gelo di destabilizzare la struttura insinuandosi nelle malte e disgregando il “trullo” di copertura. Azioni di pulitura, l’ossidazione degli elementi ferrosi, il consolidamento con materiale traspirante e il lavaggio dei marmi hanno ridato tono alla parte esterna dell’edificio.

All’interno un lavoro certosino ha permesso di scoprire affreschi e pitture nella zona del tamburo sopra le finestre. Si sono ritrovati una sinopia e lacerti di affresco, tornati alla luce dopo 300 anni di sepoltura sotto strati di intonaco.

Negli affreschi si è notata la presenza di due mani: il quadraturista Antonio Mazza, noto a Brescia per avere affrescato anche il Battistero della Chiesa di Sant’Afra e di San Faustino Maggiore, e il frescante Francesco Savanni, anch’egli molto conosciuto in città.

Si possono ammirare le storie del culto e martirio dei santi patroni. Quando viene chiuso l’ingresso originario per aprire quello attuale, il Moretto realizzò un fresco (1527) da porvi sopra, raffigurante la leggenda della traslazione. L’affresco venne rubato, altre fonti dicono che si sia logorato: Pier Maria Bagnadore, sempre quegli anni, ne fece una copia, che è possibile ammirare sullo scalone d’ingresso del palazzo della Loggia.

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