Le Streghe della Valcamonica
Da tanto tempo desideravo scrivere questo articolo. L’argomento delle streghe della Valcamonica mi è caro, vicino, e mi accompagna da anni. Ho letto, mi sono documentata, ho ascoltato storie… ma nonostante tutto, non era ancora arrivato il momento giusto per avventurarmi nel bosco ed esplorare il luogo di persona.
Poi, una mattina di primavera, quel momento è arrivato. Ho messo lo zaino in spalla, ho preso con me Crackita — in groppa alla scopa, ovviamente (sapete com’è, lei adora vestirsi in tema…) — e siamo partite.
La Valcamonica è una terra antica, attraversata da leggende, incisioni rupestri e storie di streghe. Tra il Cinquecento e il Seicento, fu teatro di alcuni dei più grandi processi per stregoneria del Nord Italia.
Donne accusate di saper curare, di conoscere le erbe, di leggere le stelle. Donne che non si piegavano. E che per questo venivano perseguitate.
Tra tutte, ce n’è una che mi ha sempre colpita: Benvegnuda Pincinelli, detta Pincinella.
Chi era Pincinella
Pincinella non è una leggenda. È una donna vera.
Viveva a Nave, un paese poco distante da Brescia. Faceva la medichessa erbaria, aiutava le persone con rimedi naturali e parole sagge. Ma nel 1518 fu arrestata, interrogata e processata con l’accusa di stregoneria.
Le imputazioni erano quelle tipiche dell’epoca: aver causato malattie, parlato con il diavolo, partecipato a sabba notturni, preparato filtri d’amore. La colpa vera? Essere una donna libera, capace, rispettata e temuta.
Fu condannata al rogo.
Oggi, sulla facciata della sua casa — al civico 6 poco distante del centro storico di Nave — una targa la ricorda:
“Qui visse e portò sollievo”.
Mi sono fermata lì, in silenzio.
Non sono certa che Lei ci abbia vissuto realmente lì, ma poco importa. Abbiamo comunque fatto una foto, per non dimenticare.

Alla scoperta del sentiero delle scodelle
Come detto prima, da sempre appassionata alla storia delle Streghe della Valcamonica, decido di inoltrarmi nel bosco, diretta al Passo della Strega, lungo il sentiero CAI 436.
Un sentiero che non è solo natura, ma memoria.
Si parte dalla località Piezze, appena sopra Nave. Il sentiero si inerpica tra castagni e pietre. L’aria profuma di terra umida, e ogni tanto, tra le fronde, si intravede il paese che si allontana, piccolo e gentile.
A un certo punto, un cartello indica: Falesia La Cörna – Cascate.
Seguo quella deviazione, spinta più dalla curiosità che dal fiato.
E lì, mi trovo dinnanzi una sottile cascata nascosta, incorniciata da muschio e silenzio.
L’acqua cade leggera, in un tempo che non ha fretta. Un regalo inaspettato, una suggestiva opera della natura!

Le scödèle dèle strìe
Proseguendo il sentiero mi regala ancora il suo cuore.
Appaiono d’improvviso le rocce bucherellate, un vero tappeto lunare scolpito nella pietra.
Si chiamano scödèle dèle strìe, le scodelle delle streghe, e sono formazioni carsiche modellate nei secoli dall’acqua.
La leggenda racconta che le streghe vi preparassero infusi, o vi danzassero durante i riti notturni.
Mi siedo tra quei buchi antichi. Crackita accanto a me. Davanti, una vista incantevole sulla valle.
Vi sembrerà inverosimile ma, tra il fruscio degli alberi, mi sembra di udire una voce diversa, lieve. Forse sempre il vento?
O forse qualcuna che, da tempo, aspettava di essere ricordata.


Qualche informazione pratica
Dove: Nave (BS), partenza da località Piezze.
Sentiero: CAI 436 fino al Passo della Strega.
Tappe: cascata La Cörna, scödèle dèle strìe, belvedere panoramico.
Durata: circa 1h e 30 min in salita, passo tranquillo.
Cosa portare: scarpe comode, acqua, rispetto.
Approfondimento storico: La vera storia di Benvegnuda Pincinelli

Ci sono cammini che ti portano lontano. E altri che scegli di percorrere per essere riportata indietro, tra storie sepolte e sassi parlanti.
Sono i miei preferiti. Perché lì, in mezzo al silenzio, ritrovo voci che ancora sanno raccontare.
Boa viagem, sempre.