Brescia: Il ritorno della Vittoria Alata

La Vittoria Alata, icona dell’identità Bresciana, dovrebbe ritornare a Brescia a novembre 2020, dopo quasi due anni di lavori di restauro, promossi dal Comune di Brescia e dalla Fondazione Brescia Musei, condotti dagli esperti dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.


Il viaggio di restauro della Vittoria Alata ha coinciso con il ventesimo compleanno del Museo di Santa Giulia, (1998/2018) divenendo l’occasione perfetta per ripensare gli spazi e creare un nuovo scenario per la collocazione della Vittoria Alata all’interno del Capitolium.


Il complesso intervento di restauro e di ricerca ha coinvolto circa trenta professionisti che a vario titolo, ciascuno con la propria specializzazione, sono stati impegnati nelle numerose attività di conoscenza e di conservazione del bronzo.


Gli interventi si sono concentrati dapprima sulla pulitura della scultura, quindi sulla rimozione dei materiali che riempivano la statua e della struttura interna a cui si agganciavano le ali e le braccia della Vittoria -risalente al primo intervento di restauro nel 1834- passando alla realizzazione degli innovativi sostegni interni e la stesura di un materiale protettivo, scelto in base alle caratteristiche dell’ambiente espositivo.

Vittoria Alata

La statua, scoperta il 20 luglio del 1826 in occasione degli scavi archeologici condotti dai membri dell’Ateneo di Scienze, Lettere e Arti di Brescia, costituisce il pezzo più significativo tra i manufatti pagani bronzei rinvenuti presso il Capitolium, il tempio romano che si erge al centro dell’area archeologica di Piazza del Foro.

La magnifica opera, realizzata in bronzo con la tecnica della fusione a cera persa, databile attorno all’anno 250 a.C., è una delle poche statue in bronzo conservatesi: con il passaggio al Cristianesimo come religione ufficiale dell’Impero, i simboli pagani vennero distrutti e i materiali bronzei, fusi; per preservarla da tale sorte, la statua venne nascosta in un’intercapedine del tempio.

Dalla data del suo ritrovamento, la fama della Vittoria Alata si diffuse in tutta Europa. Napoleone III, ospite a Brescia prima della battaglia di Solferino, nel giugno 1859, ne rimase così colpito dalla sua bellezza da volerne una copia, ora esibita presso il museo del Louvre.


La Vittoria Alata, che si ergerà su un piedistallo cilindrico in marmo di Botticino, con base antisismica, avrà una nuova collocazione nella cella orientale del Capitolium, in un allestimento museale curato dall’architetto spagnolo Juan Navarro Baldeweg: un pavimento alla veneziana sostituirà quello in bronzo e la luce – con un’illuminazione d’accento sulla statua – scaturirà da una lampada sospesa nello spazio, composta da diversi elementi di illuminazione e con le sembianze di una luna.

Vittoria Alata con elmo e scudo

La luce proietterà anche un’ellisse sulla parete a creare la suggestione di una statua con uno scudo tra le mani. Un tavolo-vetrina accanto all’entrata, conterrà alcuni dei bronzi ritrovati insieme alla Vittoria Alata al Capitolium: oltre che nel tavolo-vetrina, le cornici saranno distribuite sulle pareti formando una quinta scenografica geometrica che evocherà l’utilizzo di cornici in bronzo come avveniva nell’antichità. Per quanto riguarda le teste, resteranno a Santa Giulia.

Crackita al Capitolium
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